I contagi aumentano e quindi la probabilità che anche in azienda si manifesti un caso Covid o che uno dei Vostri dipendenti abbia avuto a che fare con un caso Covid è molto più elevata rispetto a quello che poteva accadere in estate.
Ma come deve comportarsi l’azienda?
Presenza di lavoratori sintomatici
Nel caso in cui una persona presente in azienda sviluppasse febbre e sintomi di infezione respiratoria, ne deve informare immediatamente il datore di lavoro, dopodiché:
• Dovrà indossare correttamente (coprendo completamente naso e bocca) la mascherina chirurgica;
• Dovrà porsi in luogo isolato dagli altri colleghi;
• Dovrà contattare il proprio Medico Curante.
Il datore di lavoro dovrà quindi informare immediatamente l’Autorità Sanitaria e mettersi a disposizione; sarà infatti l’Autorità Sanitaria a fornire le indicazioni da seguire, sia per il lavoratore sintomatico che per i possibili contatti stretti (colleghi di ufficio/postazione ecc…).
A prescindere da ogni futuro sviluppo, l’azienda dovrà comunque provvedere rapidamente ad una pulizia e disinfezione della postazione e del mezzo/attrezzature di lavoro e, ove necessario, degli spazi comuni frequentati
Inoltre è comunque buona norma che l’Azienda:
• Sensibilizzi i propri lavoratori a rispettare le regole di comportamento più stringenti, anche durante l’attesa dei risultati;
• Sensibilizzi i propri lavoratori a informare l’azienda (nel rispetto della privacy) della situazione di positività;
• Inviti i propri lavoratori a prestare particolare attenzione all’uso delle mascherine ed al distanziamento sociale in attesa di eventuali decisioni dell’AS;
• Inviti i propri lavoratori ad intensificare l’automonitoraggio delle proprie condizioni di salute;
• Valuti insieme ad RSPP e consulenti la necessità di effettuare una disinfezione della postazione di lavoro del positivo, dei mezzi ed attrezzature.
Presenza di lavoratori positivi
Per quanto riguarda le misure di quarantena a cui sottoporre gli altri dipendenti, l’indicazione contenuta nel protocollo condiviso allegato al Dpcm dell 11 giugno 2020 è quella di procedere all’isolamento di tutte le altre persone che lavorano negli stessi locali del collega risultato positivo all’influenza COVID-19.
Il protocollo dovrebbe essere rispettato a partire dalla segnalazione da parte del datore di lavoro alle autorità competenti, che a loro volta provvedono ad applicare la quarantena fiduciaria.
L’importante è che si operi secondo le direttive e nel rispetto totale della privacy.
Attenzione infatti a verificare che le informazioni siano corrette: la quarantena vale solo nel caso in cui effettivamente ci sia stato un rischio in questo senso. Il datore di lavoro, al quale le autorità sanitarie possono aver comunicato la presenza in azienda di persone positive al test, è tenuto a prendere provvedimenti specifici (indipendentemente dal fatto che decida di chiudere o meno l’attività). Quindi, per esempio, chiunque lavori nella stessa sede in cui è stato evidenziato il rischio, dovrebbe stare in quarantena di 15 giorni.
Questo vale anche per i singoli individui. Chiunque sappia di essere stato a contatto con persone positive al test deve precauzionalmente mettersi in quarantena per 15 giorni.
In caso di inadempienze del datore di lavoro (che dovrebbe comunque essere informato per primo da parte del diretto interessato), la decisione di avviare il protocollo di segnalazione può essere anche presa individualmente dai singoli dipendenti.
La quarantena viene considerata come un periodo di malattia, dal punto di vista del rapporto di lavoro. Ci vuole però un certificato medico. I medici di medicina generale hanno ricevuto tutte le indicazioni dall’INPS per sapere con precisione come comportarsi (prescrivendo di volta in volta quarantena, isolamento fiduciario, e via dicendo).
Presenza di lavoratori “contatti stretti”
Si ricorda che per “Contatto Stretto” deve intendersi:
• Persona che vive nella stessa casa di un caso di COVID-19;
• Persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID-19;
• Persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID-19;
• Persona che ha avuto un contatto diretto con un caso di COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti;
• Persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;
• Operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
• Una persona che abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID-19, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto (qualora il caso indice abbia una sintomatologia grave od abbia effettuato spostamenti all’interno dell’aereo, determinando una maggiore esposizione dei passeggeri, considerare come contatti stretti tutti i passeggeri seduti nella stessa sezione dell’aereo o in tutto l’aereo);
Il collegamento epidemiologico può essere avvenuto entro un periodo di 14 giorni prima dell’insorgenza della malattia del caso in esame
Si ricorda che i “Contatti Stretti” sono sottoposti alla misura della quarantena con sorveglianza sanitaria attiva e che violare la quarantena comporta conseguenze penali ed amministrative.
Per prima cosa occorre ricordare che le persone venute a contatto con un “Contatto Stretto” (“Contatti Indiretti”) NON sono sottoposti ad alcun provvedimento di quarantena e, solo qualora il Contatto Stretto risultasse a sua volta positivo al Coronavirus, potrebbero divenire a loro volta (su indicazione ASL) “Contatti Stretti”.
Cosa deve fare un Datore di lavoro se un suo dipendente gli comunica di essere un “Contatto Stretto”?
Se un Lavoratore comunica al proprio datore di lavoro di essere un “Contatto Stretto”, questi deve:
• Chiedere al Lavoratore di essere tenuto informato dell’evolversi della situazione (ad ex se risulta positivo o negativo al tampone);
• Informare il Medico Competente della situazione;
• Mantenere informati (nel rispetto della privacy) i lavoratori dell’evolversi della situazione;
• Sensibilizzare i lavoratori a rispettare con maggior forza le regole di comportamento (mascherina e distanziamento), eventualmente rivalutando in maniera più stringente le modalità di uso della mascherina definite nel Protocollo Aziendale;
• Invitare i lavoratori ad intensificare l’automonitoraggio delle proprie condizioni di salute e a contattare il proprio Medico Curante per qualsiasi dubbio;
• Provvedere ad una pulizia e disinfezione della postazione e del mezzo/attrezzature di lavoro e, ove necessario, degli spazi comuni frequentati dal contatto stretto.