I tassisti hanno l’obbligo di controllare il green pass dei clienti e viceversa?
“No, i clienti non hanno l’obbligo di green pass. I clienti non sono tenuti a verificare il green pass dei tassisti o dei conducenti di NCC.”
I clienti che ricevono in casa un idraulico, un elettricista o un altro tecnico dovranno controllare il green pass?
“No, in quanto non sono datori di lavoro ma stanno acquistando servizi. Resta fermo che è loro facoltà chiedere l’esibizione del green pass.”
Chi controlla il possesso del green pass al lavoro del libero professionista? E il titolare di un’azienda che opera al suo interno?
“Il libero professionista quando accede nei luoghi di lavoro pubblici o privati per lo svolgimento della propria attività lavorativa viene controllato dai soggetti previsti dal decreto-legge n. 127 del 2021” vale a dire dai datori di lavoro.
“Il titolare dell’azienda che opera al suo interno viene controllato dal soggetto individuato per i controlli all’interno dell’azienda.”
Il governo nella FAQ aggiornata aggiunge che “tutti coloro che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato nelle sedi dell’azienda sono soggetti al controllo.”
Il datore di lavoro della colf o della badante è tenuto a verificare che la dipendente abbia il green pass?
La risposta del governo in questo caso è “Sì”, sono le famiglie quindi che devono controllare se i collaboratori domestici sono in possesso del green pass.
I parrucchieri, gli estetisti e gli altri operatori del settore dei servizi alla persona devono controllare il green pass dei propri clienti? E i clienti, devono controllare il green pass degli operatori?
Il governo chiarisce che i titolari delle attività, quindi per esempio estetisti e parrucchieri, sono tenuti a chiedere il green pass ai propri dipendenti. Non sono tenuti tuttavia a chiederlo ai clienti, né questi ultimi hanno l’obbligo di chiedere di esibire la certificazione verde a chi svolge l’attività lavorativa.
Chi lavora sempre in smart working deve avere il green pass?
“No, perché il green pass serve per accedere ai luoghi di lavoro. In ogni caso lo smart working non può essere utilizzato allo scopo di eludere l’obbligo di green pass.”
Questo aspetto è stato più volte ribadito: lo smart working non può essere uno strumento adottato per evitare l’obbligo di green pass al lavoro, nel pubblico, dove l’attività in presenza ritorna la modalità ordinaria dal 15 ottobre con il decreto Brunetta.
Visto l’obbligo del green pass, nelle aziende si potrà derogare alla regola del metro di distanziamento?
“No, il green pass non fa venir meno le regole di sicurezza previste da linee guida e protocolli vigenti.”
I soggetti che hanno diritto al green pass ma ne attendono il rilascio o l’aggiornamento come possono dimostrare di poter accedere al luogo di lavoro?
“Per i soggetti in attesa di rilascio di valida certificazione verde e che ne abbiano diritto, nelle more del rilascio e dell’eventuale aggiornamento, sarà possibile avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta.”
Chi è esente per comprovati motivi di salute dalla campagna vaccinale dovrà “esibire un certificato contenente l’apposito “QR code” in corso di predisposizione.”
E aggiunge il governo:
“Nelle more del rilascio del relativo applicativo, il personale esente – previa trasmissione della relativa documentazione sanitaria al medico competente dell’amministrazione di appartenenza – non potrà essere soggetto ad alcun
controllo.”
Le aziende che effettueranno controlli a campione sul personale potranno incorrere in delle sanzioni nel caso in cui un controllo delle autorità dovesse riscontrare la presenza di lavoratori senza green pass?
“No, a condizione che i controlli siano stati effettuati nel rispetto di adeguati modelli organizzativi come previsto dal decreto-legge n. 127 del 2021.”
Le aziende che effettuano i controlli a campione non incorrono in sanzioni se un lavoratore viene scoperto senza green pass al lavoro quando rispetta il modello organizzativo di verifica prescelto. La multa, al contrario, andrebbe dai 400 ai 1.000 euro.
Il lavoratore senza certificazione verde incorrerebbe comunque in una multa che va dai 600 ai 1.500 euro. Sempre in merito ai controlli il governo chiarisce che ogni azienda è libera di organizzarsi. Tuttavia oltre all’app “VerificaC19”, saranno rese disponibili per i datori di lavoro, pubblici e privati, specifiche funzionalità che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni. I controlli potranno così avvenire attraverso:
- l’integrazione del sistema di lettura e verifica del QR code del certificato verde nei sistemi di controllo agli accessi fisici, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, o della temperatura;
- per gli enti pubblici aderenti alla Piattaforma NoiPA, realizzata dal Ministero dell’economia e delle finanze, l’interazione asincrona tra la stessa e la Piattaforma nazionale-DGC;
- per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti, sia privati che pubblici non aderenti a NoiPA, l’interazione asincrona tra il Portale istituzionale INPS e la Piattaforma nazionale-DGC;
- per le amministrazioni pubbliche con almeno 1.000 dipendenti, anche con uffici di servizio dislocati in più sedi fisiche, una interoperabilità applicativa, in modalità asincrona, tra i sistemi informativi di gestione del personale del, e la Piattaforma nazionale-DGC.
I controlli possono avvenire:
- all’accesso della struttura;
- o a campione in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione;
- o a tappeto.
Il possesso del green pass può anche essere verificato, per specifiche esigenze organizzative, con anticipo. Il datore di lavoro che scopre un dipendente sottrattosi ai controlli a lavorare senza green pass deve segnalarlo alla Prefettura per la sanzione amministrativa che come abbiamo detto va dai 600 euro fino ai 1.500 euro. Vengono anche applicate le sanzioni disciplinari previste dal CCNL di settore.